Vitis vinifera
La vite rossa, appartenente alla famiglia delle Vitaceae, è un arbusto rampicante con foglie lobate, che alla fine del loro ciclo vitale perdono la normale colorazione verde, acquisendo una colorazione rossa tipica. Il frutto della Vite è una bacca chiamata acino, riunito in grappoli, ben conosciuto da tutti: stiamo parlando infatti dell'uva, il prodotto di una delle piante più note e utilizzate dall'uomo fin da tempi remotissimi, per produrre il vino di cui già lo stesso Ippocrate ne decantava le numerose virtù. Contiene alcuni derivati polifenolici, come i flavonoidi. Dai semi della Vite rossa e dalla buccia degli acini si estrae un fitocomplesso ricco di flavonoidi, antocianine, resveratrolo, proantocianidine oligomeriche (OPC), acidi grassi polinsaturi e vitamine. I suoi semi sono utili per la regolare funzionalità del sistema cardiovascolare e come antiossidante. L'estratto utilizzato è titolato. La titolazione serve a determinare la quantità della sostanza attiva contenuta.
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Ruscus aculeatus L.
Il rusco (conosciuto come pungitopo) è una pianta perenne appartenente alla Famiglia delle Liliaceae. Raggiunge i 30 – 40 cm di altezza e cresce spontaneamente nei boschi e nei sottoboschi di tutto il continente europeo. Il frutto è una bacca rossa che conferisce alla pianta un aspetto molto decorativo. Contiene ruscogenina e neoruscogenina saponine steroidee, flavonoidi, derivati benzofuranoidici e un olio essenziale. La radice è utile per la funzionalità del microcircolo ed è indicato per la pesantezza delle gambe. Risulta essere inoltre utile per la funzionalità della circolazione venosa (per la funzionalità del plesso emorroidario). L'estratto utilizzato è titolato.
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Aesculus Hippocastanum
L’ippocastano (Aesculus hippocastanum), è un albero appartenente alla famiglia delle Hippocastanaceae, che può raggiungere i 25-30 metri di altezza. Questa specie, originaria della zona dei Balcani è stata diffusa in Europa per la sua bellezza. Il frutto è una grossa capsula verdastra, carnosa, dal guscio verrucoso con aculei, che a maturazione lascia sfuggire uno o due semi, simili a grosse castagne, chiamate Castagne amare, Castagne d'India, o Castagne matte. Le sue proprietà medicinali erano note in Asia Minore già nell'antichità, ma furono valorizzate relativamente di recente da Artault de Vevey, le cui osservazioni furono rese note ai primi del novecento, quando sperimentò l'Ippocastano dimostrandone l’importanza. Contiene un fitocomplesso ricco di flavonoidi come la quercetina, cumarine, tannini, antociani e soprattutto saponine, di cui l'escina è la più interessante. La sua corteccia è utile per la funzionalità del microcircolo. L'estratto che abbiamo utilizzato è titolato.
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